venerdì 9 febbraio 2018

La scuola al tempo del colera.


Il Liceo classico D'Oria di Genova, inebriato dai fumi del darwinismo sociale, si esprime nel RAV (il documento che presenta le caratteristiche e le scelte della scuola) in questo modo:

Il contesto socio-economico e culturale complessivamente di medio-alto livello e l'assenza di gruppi di studenti con caratteristiche particolari dal punto di vista della provenienza culturale (come, ad esempio nomadi o studenti provenienti da zone particolarmente svantaggiate) costituiscono un background favorevole alla collaborazione ed al dialogo fra scuola e famiglia, nonché all'analisi, con apporti reciproci, delle specifiche esigenze formative, nell'ottica di una didattica davvero personalizzata" .

Tradotto dallo scolastichese all'italiano (ho titolo per farlo):

Non abbiamo rompicoglioni extracomunitari e ragazzi di classi sociali popolari foriere di problematiche del disagio. Con voi classi sociali privilegiate possiamo intenderci: se il vostro pulcinotto è un po' tonto, non preoccupatevi. Se proviene da una famiglia agiata, gli daremo una mano in qualche modo”.

Ovviamente ora, con le mani sporche di marmellata, la Dirigente Scolastica cerca di mettere un cerottino per attenuare la portata di una simile presentazione del suo istituto.
A mio avviso, quella scuola non è più pubblica.
Faccia pagare profumatamente la sua offerta formativa.
Non si preoccupino i docenti e la DS: troveranno tantissimi disposti a frequentarla e anche a pagare. E bene. 
Ma non si fregi della parola “pubblica”. E' questione di chiarezza e di onestà.
arz62

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